A consegnarlo l'assessore comunale Simone Venturini, presenti Pier Luigi Borella, coordinatore del premio, e Fortunato Ortombina, soprintendente del Teatro La Fenice. Il Veneziano dell'anno viene assegnato a persone, enti o istituzioni che abbiano contribuito con la loro attività, il loro impegno e la loro testimonianza al miglioramento sociale e culturale della città o a diffondere il nome e il prestigio di Venezia nel mondo. Tra i premiati Uto Ughi e Bruno Tosi, Mara Venier, Giancarlo Ligabue, Egidio Martini, Alvise Zorzi, la Comunità mechitarista armena, il Teatro La Fenice e la Comunità ebraica. Nell'edizione 2021 era stato premiato il giovane infettivologo veneziano Jacopo Monticelli, che aveva intuito per primo la diffusione in Europa dell'infezione da Covid-19.
Si è svolta stamani, nelle sale apollinee del Teatro La Fenice, la cerimonia di conferimento dello speciale riconoscimento 'Il veneziano dell'anno 2022', con la partecipazione dell'assessore alla Coesione sociale Simone Venturini in rappresentanza dell'Amministrazione.
Il riconoscimento, giunto alla 43.ma edizione, è stato attribuito dall'associazione Settemari e consegnato dall'assessore Venturini a Marco Balich, organizzatore e direttore creativo di grandi eventi di carattere internazionale (tra cui, per citare i più recenti, alcune cerimonie di apertura delle Olimpiadi, lo show degli ultimi mondiali in Qatar, importanti concerti e in passato anche alcune edizioni del Carnevale di Venezia). All’appuntamento hanno preso parte tra gli altri, Pier Luigi Borella, coordinatore del premio e Fortunato Ortombina, soprintendente del Teatro La Fenice.
«Grazie per aver voluto, ancora una volta, omaggiare la città - ha sottolineato l'assessore Simone Venturini - con questo importante appuntamento che racconta la storia di alcuni tra i più celebri cittadini di Venezia in questi anni. Come in un romanzo di avventura o formazione, attraverso il racconto delle vite di alcuni si racconta un'epoca, la storia di una comunità e il suo percorso evolutivo. Questo premio rappresenta davvero il momento più importante di riflessione sui cittadini che hanno dato lustro a Venezia. Grazie al comitato promotore Settemari e a tutte le persone che in questi decenni hanno lavorato per tenere viva la manifestazione con un doppio binario: uno legato alla tradizione, alla valorizzazione dei custodi delle tradizioni e l'altro alla contemporaneità, alla capacità di agganciarsi ai tempi del presente, anche quelli emergenziali. Venezia - ha proseguito l'assessore - nei decenni del '900 ha subito diverse trasformazioni, ha sofferto molto alcuni cambiamenti, come la de-industrializzazione del polo chimico, prima ancora la costruzione di quest'ultimo, lo spopolamento, la crisi e la fuga di alcuni grandi poli produttivi verso altre zone. Ma ha anche saputo rimettersi in gioco dopo grandi batoste, come quella del 2019. Questo ci insegna che attraverso la capacità dei veneziani di guardare il presente, Venezia può raccontare di essere la città più contemporanea al mondo, che sa offrire una qualità della vita alta, che può attrarre talenti e ha visto nascere modalità ibride e nomadi di lavoro, possibilità innovative per una comunità di creativi. Su questo stiamo lavorando, partendo dai talenti che da Venezia si sono mossi alla conquista del mondo. Assegnare il riconoscimento a Marco Balich significa premiare la Venezia contemporanea, che ha osato, ha rotto gli schemi parlando linguaggi nuovi con coraggio».
Il riconoscimento 'Il veneziano dell'anno' è promosso dall’associazione Settemari e viene assegnato a persone, enti o istituzioni che abbiano contribuito con la loro attività, il loro impegno e la loro testimonianza al miglioramento sociale e culturale della città o a diffondere il nome e il prestigio di Venezia nel mondo. Tra i veneziani che hanno ricevuto il premio dal 1978 ad oggi: Uto Ughi e Bruno Tosi, Antonio Rosa Salva, Mara Venier, Giancarlo Ligabue, Egidio Martini, Alvise Zorzi e tanti altri. Tra gli enti, le società e le istituzioni premiate invece, troviamo anche la Comunità mechitarista armena, il Teatro La Fenice e la Comunità ebraica
fonte: VENEZlATODAY del 17 Gennaio 2023
«Dovunque vado nel mondo dico sono di Venezia, anche se vivo a Milano: sono molto orgoglioso di essere veneziano. Questa città mi ha insegnato la bellezza, l’umanità, porta cultura: qui ci si incontra, ci si saluta. Una città dove l’evento principale non è l’apertura di una discoteca, ma l’inaugurazione della Biennale. Siamo fortunati essere parte di tutto questo.
Ho promesso all’associazione Settemari che ora imparerò a vogare, lo devo fare!».
Marco Balich, classe 1961, quattro figli è il 42mo “Veneziano dell’anno”, il riconoscimento attribuito dall’Associazione Settemari ai veneziani e alle veneziane che hanno portato la città el mondo. Nel caso di Balich: “Per aver illuminato con geniale fantasia vent’anni dei più prestigiosi eventi sportivi – dalle Olimpiadi e Paralimpiadi all’ultimo Mondiale di calcio – contribuendo a diffondere in tutto il mondo il nome e il prestigio della nostra città”, come recita la motivazione del riconoscimento, che gli è stato consegnato alle Sale Apollinee della Fenice.
Creativo e organizzatore di eventi di impatto mondiale, tecnologici e poetici allo stesso tempo.
Chi sia Marco Balich lo racconta bene l’amico di una vita Giovanni Bovio.
«Marco organizza eventi, è designer, è manager, ma si occupa anche degli aspetti emozionali dei suoi show. E' un creatore di eventi e di emozioni. Dalle Olimpiadi di Torino 2006, il suo primo grande evento, quando convinse Pavarotti a cantare “Nessun dorma”. Marco ha il dono di non perdere mai la calma e la tranquillità, riesce a guardare alle cose per quel che sono: 10 minuti alle olimpiadi di Rio si accende la fiamma olimpica e manca la corrente. Si è inventato un mestiere ma lo ha fatto molto bene: oltre 300 milioni di euro di fatturato 2020-2022, 140 dipendenti e sedi a Milano, Dubai e Riad, contatti dal Messico al Vietnam. I suoi spettacoli sono mondiali: ultimo Tokyo 2020 o Mondiali Qatar 2022. Ha il record di 14 edizioni olimpiche. Sua l’idea dell’albero della Vita per l’Expo 2015 di Milano. Marco ha aperto la strada a molti altri creativi».
Per l’evento di lancio delle Olimpiadi Milano-Cortina ha fatto parlare in cinese anche il presidente Luca Zaia.
Un rapporto di amore totale, ma non sempre facile quello di Balich con Venezia.
«Se Venezia avesse bisogno di me, ci sono, nonostante momenti non sempre non felici...colpa anche mia – ma anche gioia – se c’è stato il concerto dei Pink Floyd a Venezia: evento pazzesco, complicato, in una città non pronta», racconta lo stesso Marco Balich, «poi il sindaco Cacciari mi chiamò e facemmo il Capodanno del bacio...che fu poi eliminato non capisco perché: era una idea fortunata, tutti “limonavano” a mezzanotte invece tirarsi bottiglie. E un Carnevale che porto nel cuore. Spero che Venezia continui produrre cultura e bellezza, perché questo è il suo destino».
fonte: LaNuovaVenezia del 15 Gennaio 2023
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